I risultati di uno studio suggeriscono che le vaccinazioni nelle persone di età superiore ai 65 anni potrebbero ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer e le demenze correlate
Uno studio (1) retrospettivo di coorte di recente pubblicazione ha confrontato il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer (AD) tra gli adulti di età ≥65 anni con e senza precedenti vaccinazioni contro tetano e difterite, pertosse (Tdap/Td), herpes zoster (HZ), o pneumococco.
I pazienti inclusi erano privi di demenza durante un periodo di osservazione di 2 anni ed avevano un'età superiore a 65 anni all'inizio del periodo di follow-up di 8 anni. Sono state confrontate due coorti simili identificate mediante propensity score matching (PSM), una vaccinata e l'altra non vaccinata, con vaccini Tdap/Td, HZ o pneumococco. È stato calcolato il rischio relativo (RR) e la riduzione del rischio assoluto (ARR) di sviluppare la DA.
Per il vaccino Tdap/Td, il 7,2% (n = 8.370) dei pazienti vaccinati e il 10,2% (n = 11.857) dei pazienti non vaccinati ha sviluppato AD durante il follow-up; il RR è stato di 0,70 (95% CI, 0,68-0,72) e l'ARR di 0,03 (95% CI, 0,02-0,03). Per il vaccino contro l'HZ, l'8,1% (n = 16.106) dei pazienti vaccinati e il 10,7% (n = 21.417) dei pazienti non vaccinati hanno sviluppato AD durante il follow-up; il RR era pari a 0,75 (95% CI, 0,73-0,76) e l'ARR era pari a 0,02 (95% CI, 0,02-0,02). Per quanto riguarda il vaccino anti-pneumococco, il 7,92% (n = 20.583) dei pazienti vaccinati e il 10,9% (n = 28.558) dei pazienti non vaccinati ha sviluppato AD durante il follow-up; il RR era pari a 0,73 (95% CI, 0,71-0,74) e l'ARR era pari a 0,02 (95% CI, 0,02-0,03).
Il gruppo di ricercatori ha concluso che diverse vaccinazioni, tra cui quelle anti-Tdap/Td, anti-HZ ed anti- pneumococco, sono associate a un rischio ridotto di sviluppare AD.
Rimangono da chiarire le ragioni per cui si venga ad innescare questa protezione: due al momento le ipotesi principali. La più solida è che le vaccinazioni impediscano di contrarre infezioni pericolose per la salute del cervello, mentre l’altra ipotesi sostiene la capacità dei vaccini di “allenare” il sistema immunitario a gestire le placche amiloidi. Indipendentemente da ciò, emerge chiaramente l’importanza del ruolo delle vaccinazioni nell’ambito di un invecchiamento in salute.
Ultimo aggiornamento: 2 Novembre 2023
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