Fondazione GIMBE: le criticità della campagna vaccinale e la...

Forniture inferiori al previsto, consegne irregolari, esitazione...

Fondazione GIMBE: le criticità della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere gli over 60 senza copertura

Forniture inferiori al previsto, consegne irregolari, esitazione e comunicazione inadeguate sono i fattori che stanno frenando la campagna vaccinale. Con la diffusione della variante delta è necessaria una corsa contro il tempo per raggiungere gli oltre 5,7 milioni di over 60 ancora senza adeguata copertura.

Fondazione GIMBEIl monitoraggio della Fondazione GIMBE, nella settimana 30 giugno-6 luglio, rileva un incremento dei nuovi casi (+5%), a fronte di un calo degli indicatori ospedalieri (-24,2% ricoveri; -30,7% terapie intensive) e dei decessi (-26,4%). A sei mesi dall’inizio, la campagna vaccinale mostra i suoi limiti: forniture inferiori al previsto, consegne irregolari, esitazione vaccinale e comunicazione istituzionale inadeguata. Contro la variante delta serve soprattutto una corsa contro il tempo per raggiungere gli oltre 5,7 milioni di cittadini over 60 attualmente senza adeguata copertura vaccinale.

Disponibilità di dosi

  • Il numero di dosi consegnate è nettamente inferiore all’atteso: -14.266.090 (-50,5%) nel 1° trimestre e -15.234.673 (-20%) nel 2° trimestre.
  • Le consegne da parte delle aziende produttrici, fatta eccezione per Pfizer/BioNTech, sono state discontinue per tempistiche e quantità, rendendo più difficile la programmazione regionale.
  • Nonostante una consistente disponibilità residua (oltre 3,36 milioni di dosi al 7 luglio 2021), i vaccini a vettore adenovirale non riescono ad essere adeguatamente impiegati sia per le modifiche alle indicazioni d’uso per fasce d’età sia per la crescente diffidenza da parte della popolazione, rendendo la campagna sempre più dipendente dai vaccini a mRNA.

Rallentamento nella somministrazione delle prime dosi

  • L’accelerazione impressa alla campagna vaccinale a partire dal mese di aprile determina in questo momento la necessità di somministrare un elevato numero di richiami, riducendo nel breve termine la possibilità di effettuare prime dosi negli under 50, vista anche l’incertezza sulle forniture dei prossimi mesi che induce ad accantonare consistenti quantitativi per la somministrazione delle seconde dosi.
  • Negli over 50, soprattutto nella fascia 50-59 e 60-69, è evidente l’esitazione vaccinale, in particolare per i vaccini a vettore adenovirale, frutto di fake news e di una comunicazione istituzionale incapace di trasmettere il profilo rischio-beneficio della vaccinazione che può variare in relazione al contesto epidemiologico. Inoltre, nonostante i proclami, una vera strategia di chiamata attiva non è mai decollata a livello nazionale.

Variante delta
L’ultima indagine flash dell’Istituto Superiore di Sanità stima al 22,7% la prevalenza della variante delta con notevoli differenze regionali (range 0-70,6%). “I dati provenienti dall’Inghilterra e quelli, seppur preliminari, di Israele – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – confermano l’elevata efficacia del ciclo vaccinale completo nel prevenire le forme severe di COVID-19, le ospedalizzazioni e i decessi. Tuttavia nel nostro Paese il tallone d’Achille della campagna vaccinale è attualmente rappresentato dagli oltre 5,75 milioni di over 60 a rischio di malattia grave privi di adeguata copertura contro la variante delta”. In dettaglio, 2,29 milioni (12,8%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 22,6% della Sicilia al 7,7% della Puglia) e oltre 3,46 milioni (19,4%) devono completare il ciclo dopo la prima dose. Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e registra una flessione da oltre 4 settimane per la fascia 50-59 anni e da circa 2 settimane per la fascia 40-49, seppure con notevoli differenze nelle percentuali di copertura tra le varie classi anagrafiche.

“L’incremento dei casi conseguente alla diffusione della variante delta destinato a continuare nelle prossime settimane non deve generare allarmismi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente di Fondazione GIMBE –Certo il dato preoccupa per il suo potenziale impatto sugli ospedali che sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa degli over 60. Ecco perché, oltre a potenziare contact tracing e sequenziamento, occorre sia mettere in campo strategie di chiamata attiva per gli over 60 che non si sono ancora prenotati, sia accelerare la somministrazione delle seconde dosi. Infine, siamo tutti chiamati a contribuire attivamente a rallentare la diffusione della variante delta mantenendo comportamenti responsabili ed evitando gli errori della scorsa estate”.

Il monitoraggio della Fondazione GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a questo link.

Fondazione GIMBEIl monitoraggio della Fondazione GIMBE, nella settimana 30 giugno-6 luglio, rileva un incremento dei nuovi casi (+5%), a fronte di un calo degli indicatori ospedalieri (-24,2% ricoveri; -30,7% terapie intensive) e dei decessi (-26,4%). A sei mesi dall’inizio, la campagna vaccinale mostra i suoi limiti: forniture inferiori al previsto, consegne irregolari, esitazione vaccinale e comunicazione istituzionale inadeguata. Contro la variante delta serve soprattutto una corsa contro il tempo per raggiungere gli oltre 5,7 milioni di cittadini over 60 attualmente senza adeguata copertura vaccinale.

Disponibilità di dosi

  • Il numero di dosi consegnate è nettamente inferiore all’atteso: -14.266.090 (-50,5%) nel 1° trimestre e -15.234.673 (-20%) nel 2° trimestre.
  • Le consegne da parte delle aziende produttrici, fatta eccezione per Pfizer/BioNTech, sono state discontinue per tempistiche e quantità, rendendo più difficile la programmazione regionale.
  • Nonostante una consistente disponibilità residua (oltre 3,36 milioni di dosi al 7 luglio 2021), i vaccini a vettore adenovirale non riescono ad essere adeguatamente impiegati sia per le modifiche alle indicazioni d’uso per fasce d’età sia per la crescente diffidenza da parte della popolazione, rendendo la campagna sempre più dipendente dai vaccini a mRNA.

Rallentamento nella somministrazione delle prime dosi

  • L’accelerazione impressa alla campagna vaccinale a partire dal mese di aprile determina in questo momento la necessità di somministrare un elevato numero di richiami, riducendo nel breve termine la possibilità di effettuare prime dosi negli under 50, vista anche l’incertezza sulle forniture dei prossimi mesi che induce ad accantonare consistenti quantitativi per la somministrazione delle seconde dosi.
  • Negli over 50, soprattutto nella fascia 50-59 e 60-69, è evidente l’esitazione vaccinale, in particolare per i vaccini a vettore adenovirale, frutto di fake news e di una comunicazione istituzionale incapace di trasmettere il profilo rischio-beneficio della vaccinazione che può variare in relazione al contesto epidemiologico. Inoltre, nonostante i proclami, una vera strategia di chiamata attiva non è mai decollata a livello nazionale.

Variante delta
L’ultima indagine flash dell’Istituto Superiore di Sanità stima al 22,7% la prevalenza della variante delta con notevoli differenze regionali (range 0-70,6%). “I dati provenienti dall’Inghilterra e quelli, seppur preliminari, di Israele – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – confermano l’elevata efficacia del ciclo vaccinale completo nel prevenire le forme severe di COVID-19, le ospedalizzazioni e i decessi. Tuttavia nel nostro Paese il tallone d’Achille della campagna vaccinale è attualmente rappresentato dagli oltre 5,75 milioni di over 60 a rischio di malattia grave privi di adeguata copertura contro la variante delta”. In dettaglio, 2,29 milioni (12,8%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 22,6% della Sicilia al 7,7% della Puglia) e oltre 3,46 milioni (19,4%) devono completare il ciclo dopo la prima dose. Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e registra una flessione da oltre 4 settimane per la fascia 50-59 anni e da circa 2 settimane per la fascia 40-49, seppure con notevoli differenze nelle percentuali di copertura tra le varie classi anagrafiche.

“L’incremento dei casi conseguente alla diffusione della variante delta destinato a continuare nelle prossime settimane non deve generare allarmismi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente di Fondazione GIMBE –Certo il dato preoccupa per il suo potenziale impatto sugli ospedali che sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa degli over 60. Ecco perché, oltre a potenziare contact tracing e sequenziamento, occorre sia mettere in campo strategie di chiamata attiva per gli over 60 che non si sono ancora prenotati, sia accelerare la somministrazione delle seconde dosi. Infine, siamo tutti chiamati a contribuire attivamente a rallentare la diffusione della variante delta mantenendo comportamenti responsabili ed evitando gli errori della scorsa estate”.

Il monitoraggio della Fondazione GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a questo link.


Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022

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