Nei pazienti con fratture da fragilità il trattamento farmacologico dell’osteoporosi in combinazione con la supplementazione di calcio e vitamina D correla a un più basso rischio di ri-fratture e mortalità per tutte le cause e quindi a minori costi sanitari
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ogni anno si verificano 9 milioni di fratture da fragilità dovute all’osteoporosi, con conseguenze importanti in termini di mortalità e disabilità, ed elevati costi sanitari e sociali (1, 2). Le limitazioni alla deambulazione dovute a fratture osteoporotiche si accompagnano a dolore cronico, perdita di indipendenza e ridotta qualità della vita (2).
Sebbene il trattamento anti-osteoporotico possa migliorare lo stato di salute dei pazienti, riducendo il rischio di fratture vertebrali e non-vertebrali (3, 4), solo una minima parte di pazienti osteoporotici viene trattata per prevenire le fratture (5, 6). In aggiunta alla mancanza di trattamento, nella pratica clinica è stata ripetutamente riportata una scarsa aderenza al trattamento dell’osteoporosi.
Numerosi studi hanno infatti dimostrato che meno della metà dei pazienti osteoporotici è aderente al trattamento prescritto (7, 8) e che un’ampia proporzione di questi pazienti sospende il trattamento dopo 30 giorni (8). La scarsa aderenza alla terapia può essere parzialmente spiegata dal suo impiego a lungo termine e dalla ritardata percezione del suo beneficio da parte del paziente (9). D’altro canto, il rischio di incorrere in una ri-frattura è più elevato nei pazienti osteoporotici non-aderenti (5).
Anche il calcio e la vitamina D hanno un ruolo essenziale nel trattamento dell’osteoporosi come dimostra la maggior parte dei trial clinici condotti per dimostrare gli effetti anti-fratturativi dei farmaci per l’osteoporosi, in cui il trattamento era associato anche a calcio e vitamina D (10–14). È stato inoltre osservato che la deplezione di vitamina D aumenta il rischio di fratture da osteoporosi (15, 16) e riduce la protezione nei confronti delle fratture fornita da molti farmaci utilizzati per il trattamento dei pazienti osteoporotici nella pratica clinica (17, 18). Per queste ragioni, la supplementazione con vitamina D è raccomandata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per i pazienti a rischio di frattura da fragilità o di ri-frattura che iniziano un trattamento farmacologico anti-osteoporotico (19).
Partendo da questi presupposti, Degli Esposti e coll. (20) in un recente studio osservazionale retrospettivo basato su un ampio database di pazienti osteoporotici con età ≥ 50 anni e con pregressa frattura da osteoporosi, hanno analizzato il profilo di farmacoutilizzazione nell’osteoporosi con e senza supplementazioni di calcio/vitamina D, valutando l’incidenza di ri-fratture e di mortalità per tutte le cause.
L’aderenza al trattamento è stata calcolata utilizzando l’indicatore medication possession ratio. Per identificare i fattori associati con il tempo a una ri-frattura e alla mortalità per tutte le cause è stato impiegato un modello dei rischi proporzionali di Cox multivariato. Nella coorte sono stati inclusi 3475 pazienti, di cui il 41,5% non aveva ricevuto alcun trattamento specifico antifratturativo. Tra i pazienti trattati (N = 2032), la maggioranza (83,6%) riceveva supplementazioni di calcio/vitamina D. Nel corso di una media di 3 anni di follow-up, nei pazienti trattati il rischio di successive fratture era del 44,4% inferiore rispetto a quelli non trattati (HR = 0,556, IC 95% = 0,420-0,735, p < 0,001) e del 64,4% inferiore in coloro che ricevevano anche una supplementazione di calcio/vitamina D rispetto a chi riceveva solo un trattamento anti-osteoporotico (HR = 0,356, IC 95% = 0,237-0,533, p < 0,001). Il rischio di una ri-frattura era del 77,2% inferiore nei pazienti trattati che aderivano al trattamento (HR = 0,228, IC 95% = 0,139-0,376, p < 0,001). I pazienti trattati avevano un rischio di mortalità durante il follow-up del 64% minore rispetto a quelli non trattati (HR = 0,360, IC 95% = 0,310-0,418, p < 0,001).
Nella coorte di pazienti con osteoporosi e frattura recente è risultata scarsa l’aderenza alle linee guida per il trattamento dell’osteoporosi e una considerevole percentuale di pazienti non ricevevano alcun farmaco anti-osteoporotico. Tra i soggetti trattati, la maggior parte riceveva soltanto la supplementazione di calcio/vitamina D. Indipendentemente dal tipo di trattamento ricevuto, l’aderenza era subottimale. Tuttavia, è stata osservata un’aderenza superiore nei pazienti che ricevevano sia la supplementazione che il trattamento anti-osteoporotico. Il gruppo dei pazienti che ricevevano la supplementazione di calcio/vitamina D in aggiunta ai farmaci per l’osteoporosi aveva un rischio inferiore sia di ri-fratture che di mortalità per tutte le cause durante i 3 anni di follow-up; inoltre, l’aderenza al trattamento farmacologico anti-osteoporotico riduceva il rischio di ri-fratture. I dati di efficacia della combinazione dei farmaci per l’osteoporosi con la supplementazione di calcio/vitamina D nel real-life setting dovrebbero quindi promuovere maggiormente questo trattamento nei pazienti con osteoporosi dopo una frattura recente.
Degli Esposti e coll. hanno inoltre valutato l’impatto economico dell’utilizzo di farmaci antiosteoporotici e calcio/vitamina D rispetto al trattamento con soli farmaci antiosteoporotici (21). L’analisi dei costi sanitari ha incluso la spesa per i farmaci, i costi di ricovero (esclusi i costi di ricovero ascrivibili alla frattura di arruolamento), ed i costi per i servizi ambulatoriali. Il costo sanitario annuale medio per paziente era di € 9,289.85 nel gruppo non trattato e di € 4,428.26 nel gruppo trattato (p < 0.001) [figura 1]; il costo sanitario annuale medio per il gruppo “solo farmaco antiosteoporotico” era maggiore di quello del gruppo “farmaco antiosteoporotico più calcio/vitamina D” (€ 5,976.88 vs. € 4,124.74 rispettivamente, p < 0.001) [figura 2]. I costi di ospedalizzazione rappresentavano la maggior parte dei costi totali in tutti i gruppi di pazienti. I costi sanitari in pazienti con fratture osteoporotiche erano significativamente più bassi nei soggetti sottoposti a trattamento osteoporotico rispetto ai soggetti non trattati, e ancora più bassi nei soggetti che ricevevano anche la supplementazione di calcio/vitamina D.
Figura 1
Figura 2
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022
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