Consumarne almeno due porzioni a settimana sembrerebbe una valida strategia per ridurre i rischi cardiovascolari, diminuendo la probabilità di eventi come infarto e ictus
Uno studio (1) di recente pubblicazione sul Journal of the American Heart Association ha analizzato per tre decenni (1986-2016) le cartelle cliniche di oltre 100.000 individui (68.786 donne tra i 30 e i 55 anni e 41.701 uomini tra i 45 e i 75 anni) esenti da cancro, malattia coronarica o ictus al basale.
Nel corso del follow-up i consumi alimentari sono stati raccolti tramite questionario di frequenza di assunzione degli alimenti (Food Frequency Questionnaire, FFQ) con informazioni sui consumi specifici anche per l’avocado. Ai partecipanti, infatti, è stato chiesto quanto spesso, in media, avessero consumato avocado sia per quantità che frequenza così da ottenere 4 categorie di consumo: mai o meno di una volta al mese, da 1 a 3 volte al mese, una volta alla settimana e ≥2 volte alla settimana.
Le regressioni dei rischi proporzionali di Cox sono state utilizzate per stimare gli hazard ratio e gli IC al 95%. In 30 anni sono stati documentati 14.274 casi di malattia cardiovascolare (9185 eventi di malattia coronarica e 5290 ictus). Dopo l'aggiustamento per lo stile di vita e altri fattori dietetici, rispetto ai non consumatori, quelli con una maggiore assunzione di avocado (≥2 porzioni/settimana) avevano un rischio di malattia cardiovascolare inferiore del 16% (rapporto di rischio aggregato, 0,84; IC 95%, 0,75–0,95) e un rischio inferiore del 21% di malattia coronarica (hazard ratio aggregato, 0,79; IC 95%, 0,68–0,91). Non sono state osservate associazioni significative per l'ictus. Per ogni mezza porzione/giorno di aumento dell'assunzione di avocado, l'hazard ratio cumulato per malattia cardiovascolare era 0,80 (IC 95%, 0,71–0,91). La sostituzione di mezza porzione al giorno di margarina, burro, uova, yogurt, formaggio o carni lavorate con la quantità equivalente di avocado è stata associata a un rischio di malattia cardiovascolare inferiore dal 16% al 22%.
I risultati ottenuti da questo studio di coorte forniscono ulteriori prove su quanto l’assunzione di grassi insaturi di origine vegetale possa migliorare la qualità della dieta e sia un’importante componente per la prevenzione delle malattie cardiovascolari nella popolazione generale.
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022
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